Poldo era un cane vecchio e malandato; era andato dal macellaio del paese ed era riuscito a farsi dare un osso bello e con tanto grasso.
“Questo me lo prendo e lo porto nella mia tana nel bosco per mangiarlo in tranquillità. – pensò – Io non sono come il mio povero amico Zac che è costretto a mangiare crocchini e petti di pollo.”
Lungo la strada, passando su di un ponticello sopra un fiumiciattolo, vide riflesso nell’ acqua un altro cane con in bocca un osso buono e invitante come il suo.
“Due ossi sono meglio di uno! – pensò – Sì, sì, mi prendo anche quello …”.
Subito entrò col muso nell’ acqua cercando di afferrare l’altro osso, ma così facendo aprì la bocca, perse la preda che prima teneva tra i denti e in più si trovò con il muso sporco di acqua limacciosa.
La favola insegna che chi tropo vuole, nulla stringe.
(dalle Favole di Esopo e Fedro )
Marco Redaelli Spreafico