Si noti che già anche nell’antica Roma canis designava per traslazione una persona vile o spudorata.
La parola catulus era la stessa usata per molti cuccioli, non solo di cane. In Grecia il termine per il nostro amico peloso era κύων –ku(o)n kunòs (anche canaglia deriverebbe da qui).
Gli anglofoni lo chiamano dog; chien (chienne al femminile) i francofoni; Hund (Hündin se femmina) i tedeschi, i danesi (hunhund al femminile), i norvegesi e gli svedesi, ma hond gli olandesi; perro gli spagnoli, cão (cadela al femminile) i portoghesi; köpek i turchi, sag i persiani. In Grecia, cane è σκύλος, scritto come skýlos, dove la ‘y’ è pronunciata con un suono ‘ee’.
Tra i nativi americani ogni tribù ha un vocabolo specifico per menzionare il cane: per esempio, in lingua apache è góshé, ma in cherokee gi tli, mentre in cheyenne hotame, oeskeso.
I russi e gli ucraini per dire cane usano собака – sobaka –, che indica anche la @ perché a loro sembra assomigliare al naso del cane. E nel subcontinente indiano? Il cane è un कुत्ता, scritto come kutta, dove la ‘u’ è pronunciata come ‘oo’.