La carica dei 101.
“Questa sera che storia mi racconti?” chiese la bimba al nonno.
“Oggi sono stanco e poi non ne ricordo altre … – disse il nonno cercando di giustificarsi, ma in fondo, pur essendo esausto, gli faceva piacere di ringiovanire così.
“Però la storia la voglio bella – disse la piccola – quella del lupo nero che uscito dal bosco mangia gli agnellini non la voglio sentire più perché mi fa paura. E se il lupo si nasconde nel mio armadio dei giochi?”
Pongo e Peggy, due splendidi dalmata bianchi e neri, vivevano in una splendida casa di campagna coccolati dai loro padroni: Anita e Rudy. Un bel giorno Peggy diede alla luce quindici cuccioli con grande gioia di tutta la famiglia e la notizia si sparse in tutto il vicinato. Anche la famosa Crudelia De Mon venne a curiosare in casa di Anita.
“Chi è quella lì? – si chiese Pongo – non mi piace per niente.”
“Oh! Carissima … “disse la nuova venuta.
“Sono felice di vederti! Hai una nuova pettinatura! E uno splendido trucco!” ribadì la padrona di casa.
Si misero a parlare tra loro, ma presto la conversazione scivolò sulla cucciolata che rumoreggiava in giardino e nella sala.
“Che meraviglia, che morbidezza – disse Crudelia accarezzandoli – ne potrei ricavare una bella pelliccia per me. Basta, voglio avere tutti quei cuccioli, a qualunque prezzo.”
“Ma, sei impazzita?”ribattè Anita.
“Poi i cuccioli non sono in vendita!” confermò Rudy con voce decisa.
A questo punto Crudelia si alzò con aria di sufficienza e andò via senza salutare perché aveva già in mente cosa fare: alcuni giorni dopo incaricò due mascalzoni che rubarono di notte l’intera cucciolata.
Pongo e Peggy erano disperati e la notizia del misfatto si sparse subito anche nella cerchia degli animali del rione.
“Non sia mai detto! – sentenziò un vecchio cane che sembrava avere una grande autorità – dobbiamo organizzarci per ritrovare i cuccioli prima che sia troppo tardi.”
“Sì, ma come si fa?” disse un altro dal muso indolente.
“Ho trovato – disse Ringhio – c’è Rex, è un po’ vecchio, ma il suo naso è ancora portentoso e ci porterà dove sono nascosti i cuccioli.”
“Bravo, mi sembra un’ idea giusta – fece il capo, che tutti chiamavano il Colonnello – vai a cercarlo e che venga qui subito.”
In pochi minuti la squadra era al completo e Ringhio era tutto contento che la sua idea avesse avuto successo. Fortunatamente i cuccioli dalmata non erano lontani e fu facile trovarli nel castello di Crudelia; Ringhio senza troppi complimenti mise in fuga i due mascalzoni, riportando così i cuccioli nelle braccia di Pongo e Peggy che seguivano con apprensione.
“Che gioia!” disse Peggy.
“Che belli – rispose Pongo – Ma …? Scusami, i nostri erano quindici, come mai sono diventati novantanove?”
“Ma è chiaro, per fare una pelliccia non bastano quindici cani!” sentenziò il Colonnello.
“Ma è mai possibile?” Continuava a dire Peggy sconvolta.
“Adesso dobbiamo scappare verso casa prima che ci vengano a cercare” ordinò il Colonnello.
In effetti Crudelia, appena si fu resa conto dell’accaduto, in preda ad una crisi isterica, stava organizzando una caccia al dalmata.
“Ragazzi, non possiamo passare inosservati!” commentò Bobby, un pastore australiano fanatico dell’ordine e della disciplina, che cercava di coordinare la marcia di quella combriccola di cucciolotti.
“Là, vicino al forno del pane c’è un mucchio di fuliggine; voi dalmata rotolatevi dentro, così diventerete tutti neri e nessuno vi riconoscerà.”
Ai piccoli non parve vero di sporcarsi dalla testa ai piedi, ma così, anche i più paurosi e titubanti, erano diventati tutti neri da far paura.
Crudelia intanto a bordo della sua auto, guidava l’inseguimento lungo una strada tortuosa.
“Chi credete di prendere in giro? Ho capito benissimo che siete i miei dalmata, tutti sporcati. Mi avete rovinato le pelli per la mia pelliccia!”
Così, guidando all’ impazzata in preda alla solita crisi isterica, ad una curva perse il controllo dell’auto e finì contro un paracarro. Nello scontro picchiò il viso sul volante e il naso cominciò a sanguinare, mescolandosi col rossetto ed il rimmel.
Intanto Rudy e Anita cercavano di festeggiare la vigilia di Natale, malgrado la grande tristezza.
Ad un tratto Rudy fece silenzio:
“Mi sembra di sentire dei cani che abbaiano.”
“Ma no, non è possibile, sarà qualche cane spaventato dai fuochi d’ artificio” rispose sua moglie.
L’ abbaiare era talmente forte che Rudy aprì la finestra e vide una moltitudine di cani che aveva invaso il loro giardino; qualcuno si rotolava nella neve, altri si scrollavano la fuliggine dal pelo.
“Ma guarda, sono i dalmata!” esclamò Anita.
Uno di questi si avvicinò ai pantaloni di Rudy annusandoli per bene.
“Questo è Pongo!”
“I nostri cuccioli erano solo quindici, tutti questi sono ottantaquattro in più!”
“Non importa, il nostro giardino è abbastanza grande anche per tutti i 101 dalmata.
La nipotina questa volta era rimasta sveglia per tutto il tempo e non dormiva ancora.
“Siamo sicuri che quella cattiva Crudelia si sia fatta veramente male nello scontro?
“Sì, sì, tanto male” rispose il nonno.
“Sei proprio sicuro?”
“Certamente; anzi, Crudelia, dopo quei fatti, lasciò il suo castello e non si fece più vedere nel paese.
Liberamente tratto da “La carica dei 101” un cartone animato della Walt Disney del 1961, che ottenne un notevole successo anche per la rappresentazione grafica e la felice caratterizzazione degli animali.