La lingua dei segni
«Da quando Peggy, a otto anni ha perso l’udito, la sua vita è cambiata.»
«Peggy, il collie di tua figlia?»
«Il suo vecchio proprietario non ci ha pensato più tanto e l’ha abbandonata.»
«Credevo che fosse stata presa in un canile.»
«No, è una storia incredibile. Sai che mia figlia vive nel Galles, vero? Visto che non si fa mancare niente, tra le altre cose fa volontariato alla Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, un ente di beneficenza che opera da duecento anni in Gran Bretagna nato per promuovere il benessere degli animali.»
«Là sono sempre stati più avanti di noi nel welfare…»
«Verissimo. Peggy era finita proprio in quell’associazione che si occupa di animali feriti.»
«È stata abbandonata, perché ferita?»
«No, aveva perso l’udito e così aveva dovuto rinunciare al lavoro in una fattoria, che tanto amava.»
«Povera cucciolona! Il suo proprietario però non ha avuto un gran cuore.»
«Peggy ha incontrato mia figlia, però, che l’ha adottata e così ha avuto un’altra possibilità.»
«Che storia!»
«Il suocero di mia figlia è un pastore e così tutti loro hanno iniziato il lungo percorso per insegnare a Peggy a comprendere segni manuali anziché comandi vocali.»
«E come hanno fatto?»
«Usando rinforzi ripetitivi e positivi. Invece di abbinare un comando verbale a un’azione, hanno associato un gesto della mano. Il pollice in su, per esempio, per dirle ‘brava’ e cose del genere.»
«Chissà quanto tempo ci sarà voluto!»
«Eh sì: tempo per capire il linguaggio dei segni e tempo per fidarsi e lasciarsi andare all’amore della sua nuova famiglia.»
«Quindi Peggy potrebbe di nuovo lavorare…»
«Certo, e infatti lo fa, diciamo part time… con gli altri due cani di casa.»
«Immagino che giochi, nel resto del tempo.»
«Ovviamente. Pensa che quando arriva quel momento, deve indossare un localizzatore Gps perché, mentre corre felice, si allontana e non sente i proprietari che la chiamano…»
«È bellissimo pensare alla nuova prospettiva di vita di Peggy.»
«Bisogna sapere che anche a un vecchio cane si possono insegnare cose nuove. Mia figlia la adora e Peggy si gode la sua nuova esistenza. Mai perdere la speranza.»
Cfr. Liberamente ispirato all’articolo di Monica Coviello, Peggy, il cane pastore sordo che ha imparato la lingua dei segni, pubblicato sull’edizione on line di Vanity Fair (18 aprile 2021). Esistono molte storie simili a quella narrata. Quella di Sailor, per esempio, un cagnolone sordo dagli occhi azzurri, che dopo un passato da randagio ha trovato finalmente qualcuno che parla la sua stessa lingua (imparata alla Best Friends Animal Society di Atlanta, dove ha iniziato a reagire ai comandi della lingua dei segni).